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Indice

Alla scoperta della storia della manifattura francese di Sarreguemines, dei suoi marchi e della tipologia di ceramiche prodotte. Questa importante manifattura per due secoli fu capace di creare splendidi pezzi e dettare lo stile più raffinato nell’arte della tavola: Terre de Fer, barbotines, porcellane, gres, la manifattura Sarreguemines seppe esprimere il meglio in ogni campo.

Storia della manifattura francese di Sarreguemines

La “Faience de Sarreguemines” fu una produzione di ceramica che si sviluppò dal 1790 al 2007 nella città di Sarreguemines.
Nel 1790 Nicolas-Henri Jacoby e Joseph Fabry fondarono la prima manifattura; all’inizio la situazione per loro fu molto difficile, essi acquistarono un mulino sulle rive del fiume Sarre e lo trasformarono in un mulino per frantumare ghiaia in riva al fiume, cominciarono con una ventina di operai a produrre una “Faience fine” chiamata “Cailloutage” (composta essenzialmente di argilla bianca e di silice o di quarzo).

Tutti i loro sforzi non furono però sufficienti, la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, l’ostilità degli abitanti, la concorrenza delle manifatture inglesi e francesi ed i problemi causati dalla rivoluzione portarono Jacoby a rinunciare; Joseph Fabry acquistò le sue quote e si associò nel 1800 con Paul Utzschneider, un giovane e dinamico Bavarese che si inspirò ai metodi di produzione inglesi e diversificò la produzione in base alle materie prime impiegate per gli impasti: faiences fines, grès e terre colorate.

La manifattura ottenne una medaglia d’oro al concorso dell’esposizione dei prodotti dell’Industria nel 1802, per la messa a punto di un processo di polverizzazione destinato ad imitare le tonalità di pietre e marmi preziosi. Napoleone I fu uno dei migliori clienti e commissionò vasi e candelabri in grès lucidato per decorare i suoi palazzi imperiali.
L’espansione fu tale che furono aperti nuovi ateliers ed acquistati nuovi mulini, le proteste suscitate dalla deforestazione portarono ad utilizzare carbone al posto della legna, ma fu necessario attendere il 1830 per la costruzione dei primi forni a carbone.

Just arrived

Il sodalizio con Villeroy & Boch

Nel 1836 Utzschneider affidò la manifattura a suo genero Alexandre de Geiger, quest’ultimo fece edificare nuovi edifici nel rispetto dell’armonia del paesaggio, ad esempio Le Moulin de la Biles, edificato nel 1841. Nel 1838 Alexandre de Geiger si associò con Villeroy & Boch, per trovare nuovi capitali necessari all’espansione della manifattura.

L’industrializzazione della produzione modificò profondamente il paesaggio urbano: la rivoluzione industriale era in pieno sviluppo e comparirono i primi capannoni industriali e le alte ciminiere a sezione rotonda che evitavano ai fumi di ricadere sulle abitazioni vicine. Le nuove fabbriche costruite dal 1853 al 1860 funzionavano tutte con le macchine a vapore alimentate a carbone, la manifattura divenne molto importante e si modernizzò grazie a nuovi metodi di lavoro e nuove attrezzature.

L’espansione: Digoin, Vitry-le-Francois e Choisy-Le-Roi

Nel 1871, in seguito all’annessione della Mosella alla Germania, Alexandre de Geiger lasciò Sarreguemines e si trasferì a Parigi, suo figlio Paul assunse la direzione della manifattura e continuò a svilupparla. Vennero costruite nuove fabbriche a Digoin e a Vitry-le-Francois per limitare i dazi doganali. Sua figlia Elisa (1846-1926) sposò Hippolyte Boulanger (1836-1892), della Manifattura di Choisy-Le-Roi.
Paul de Geiger morì nel 1913, anno in cui Utzschneider & C.ie viene scissa in due società, una delle quali gestiva lo stabilimento di Sarreguemines, in territorio tedesco, l’altra gli stabilimenti francesi. In questo periodo “tedesco” la manifattura impiegava fino a 3200 persone.

Luneville-Badonviller-Saint-Clément: la trasformazione

Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, fu ricostituita l’unità aziendale sotto il nome di Sarreguemines-Digoin-Vitry-le-Francois, amministrata dalla famiglia Cazal.
Edouard Cazal, il nuovo dirigente, dovette confrontarsi con l’aumento della concorrenza, le rivendicazioni sociali, le tensioni internazionali, ecc.

Durante la seconda guerra mondiale la manifattura fu sequestrata e la sua gestione fu accentrata alla Villeroy & Boch, i bombardamenti distrussero alcune fabbriche dove avveniva la produzione, solo la fabbrica n.4 fu in grado di riprendere la produzione dopo la guerra.
Nel 1978 in seguito ad un’OPA la manifattura viene acquisita dal gruppo Luneville-Badonviller-Saint-Clément, è un momento decisivo nella storia della manifattura di Sarreguemines, la nuova direzione abbandona infatti la produzione di vasellame per la tavola e si orienta verso la produzione di mattonelle murali e da pavimento, lo storico sito del Moulin de la Biles viene abbandonato, nel 1982 la manifattura prende il nome di Sarreguemines Batiment.

L’epilogo della manifattura Sarreguemines

Nel 2002, in seguito ad un piano di rilancio tentato da 19 dipendenti diventati azionisti, la manifattura prende il nome di Céramiques de Sarreguemines, rimangono 130 operai che tentano di mantenere un utile di produzione.
Nel 2005 la manifattura viene messa in liquidazione giudiziaria, la produzione continua con 60 operai fino al 9 gennaio 2007, quando il tribunale ordina la liquidazione e la definitiva cessazione dell’attività, la storica manifattura di Sarreguemines non esiste più.
Alcuni modelli molto famosi come i celebri servizi “Obernai”, “Agreste”, “Papillon” continuano ad essere prodotti dalla manifattura di Luneville-Saint Clément.

I Marchi Sarreguemines

I marchi apposti sui pezzi prodotti dalla manifattura Sarreguemines sono piuttosto complessi.
L’assenza di specifica documentazione ha imposto un importante lavoro di ricerca e di interpretazione da parte di studiosi e collezionisti.
Le ceramiche Sarreguemines presentano oltre ai marchi di fabbrica anche altri marchi, che possono essere incisi, dipinti, in rilievo o apposti tramite tampone; questi marchi possono dare preziose informazioni che permettono di autenticare un pezzo e di attribuirlo o meno ad una fabbrica del gruppo.

Questi marchi venivano applicati dalle persone che lavoravano il pezzo, i marchi incisi venivano applicati dai modellatori, gli altri marchi dai decoratori, la conoscenza dei marchi “secondari” è di grande aiuto nell’autenticazione e datazione dei pezzi, fatto salvo per i pezzi più antichi, prodotti all’inizio della storia di Sarreguemines, quando ancora il sistema dei marchi non era stato messo a punto.

Brocca in ceramica Sarreguemines

Lettere incise Sarreguemines

I marchi incisi venivano quindi applicati dagli operai modellatori che davano la forma all’oggetto, si tratta di lettere, ci danno informazioni sulla materia prima utilizzata, ad esempio il grès fine, la porcellana, la Terre d’Egypte.

Numeri incisi Sarreguemines

  1. Dimensioni degli oggetti – Sono presenti praticamente su tutti i pezzi di Sarreguemines, ci danno indicazioni sulla dimensione, la taglia dell’oggetto, questa indicazione era un codice importante per facilitare gli ordini, la numerazione non è però uniforme, varia in funzione dell’epoca e del materiale usato, ogni categoria di oggetti aveva poi la sua specifica numerazione.
  2. Impasti utilizzati – Ogni composizione di impasto aveva un diverso numero inciso, questa informazione era importante al momento della cottura, dava agli operai indicazioni sulla temperatura da utilizzare, sulla durata della cottura, sul posizionamento all’interno del forno, tutte informazioni indispensabili per l’organizzazione del lavoro in una grande manifattura che produceva una vasta gamma di pezzi e possedeva diversi tipi di forno.
  3. Le marche di datazione – La data di produzione è evidenziata dalle ultime due cifre punzonate nell’impasto: ad esempio 89 significa 1889. La datazione è più frequente negli oggetti in ceramica barbotine, prodotti tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, è spesso accompagnata dal mese di produzione. Per gli oggetti in porcellana invece la datazione copre un periodo molto più lungo: dal 1881 alla fine della produzione all’inizio della seconda guerra mondiale, non si sa il motivo di questa diversità.
  4. Il numero della forma – A partire dal 1860 gli oggetti di decorazione prodotti dalla manifattura vengono identificati attraverso un numero inciso nell’impasto, furono creati più di 6500 stampi, numerati progressivamente, ad esempio il numero 300 fu attribuito verso il 1870, quindi un numero di stampo ci dà indicazioni sul periodo in cui lo stampo è stato creato, ma lo stampo può essere stato utilizzato ancora per molti anni dopo la sua creazione, quindi l’oggetto può essere molto più tardivo.
  5. Il numero del decoro – Alcuni numeri del decoro sono incisi sotto il numero della forma, in cifre più piccole, questa numerazione è presente soprattutto sugli oggetti con decori in rilievo, in grès o in ceramica barbotine.

Cifre stampate Sarreguemines

Si tratta di numeri generalmente stampati in nero, ad ogni decoro era attribuito un numero, l’attribuzione comincia verso la fine degli 1850, molti decori erano identificati sia da un nome che da un numero, si incontra più facilmente il nome del decoro, più raramente le due informazioni insieme. Sulla porcellana il numero del decoro è stampato in verde ed è presente solo a partire dai primi anni del 1900.

Lettere stampate Sarreguemines

Una lettera stampata è il marchio di colui che ha apposto il decoro stampato; su un unico pezzo possono apparire lettere diverse, ad esempio per un piatto ci può essere la lettera che riguarda il centro del piatto e la lettera che riguarda il bordo.

Numeri dipinti a mano Sarreguemines

Erano in numeri del decoro apposto tramite pennello dal pittore o dal decoratore, può essere in colori diversi, generalmente l’ultimo colore utilizzato dal decoratore. Una numero in colore oro è il marchio del doratore.

Lettere dipinte a mano Sarreguemines

Anche questi sono marchi dei pittori e decoratori, anche qui spesso con l’ultimo colore utilizzato oppure in oro se è il marchio del doratore.

Segni diversi
Possono apparire piccoli segni apposti a pennello, puntini, tratti, croci, ecc. anche questi sono i marchi di pittori, decoratori e doratori (se in oro).

 

Gli oggetti d’epoca di cui si parla in quest’articolo sono disponibili nel mio shop Etsy. Per visualizzarli direttamente nello shop è sufficiente cliccare su ciascuna voce del seguente elenco:

  1. Antico piatto in ceramica con decoro fiori color lavanda
  2. Antichi piatti fondi in ceramica Terre de fer con decoro
  3. Brocca da acqua in ceramica francese marchio Digoin
  4. Tazza da thè con piattino epoca 1800 manifattura Sarreguemines
  5. Set di 11 piatti piani con decoro Sarreguemines Papillon
  6. Tazza da thè con piattino Digoin Sarreguemines
  7. Piatti da dessert in ceramica terre de fer Sarreguemines
  8. Tazza caffè latte francese Digoin Sarreguemines
Raffaella Pritelli

Dalla mia passione per lo stile brocante francese, i tessuti antichi, i vecchi smalti francesi da cucina è nata dapprima una ricca collezione; poi nel 2007 ho deciso di trasformare questa mia passione in un’attività e così ho aperto la mia galleria dove propongo in vendita i frutti delle mie instancabili ricerche.

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