Viaggio alla scoperta delle ceramiche Luneville, manifattura situata nella regione francese della Lorena. Questa manifattura ha saputo creare pezzi splendidi fin dai suoi esordi, in pieno 1700 e poi, sotto la guida della famiglia Keller-Guérin, ha continuato durante tutto il secolo successivo ad offrire una produzione variegata e di alto valore artistico, sapendo coniugare mirabilmente lo sviluppo industriale con la qualità.
Gli esordi della manifattura Luneville: la Faiencerie Chambrette
Jacques Chambrette senior proveniva da una dinastia di ceramisti di Digione che ha incantato il mondo della ceramica durante il XVIII secolo.
Il figlio, Jaques Chambrette junior, aprì una manifattura di ceramiche a Luneville nel 1731, ottenendo dalla madre del Duca Francois III diversi privilegi ed esenzioni fiscali. La manifattura aveva circa 20 operai ed il lavoro rapidamente prosperò.
Egli fece molte ricerche per migliorare gli impasti ceramici, ispirandosi alla porcellana e alle produzioni inglesi.
Da questa manifattura nacquero splendidi pezzi, simili a quelli della manifattura Pont aux Choux, ma con forme meno pesanti e di un colore più bianco. La manifattura fu elevata al rango di manifattura reale da Stanislaus I, ex re di Polonia, che all’epoca governava la Lorena.
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La manifattura in questa epoca passò dalla tecnica di decoro “a gran fuoco” a quella “a piccolo fuoco”.
Tuttavia la manifattura Chambrette soffriva della situazione fiscale particolare della Lorena, essendo la Lorena un ducato indipendente alle porte della Francia, conteso fin dai secoli precedenti e invaso in diverse occasioni dai francesi, le produzioni provenienti dalla Lorena venivano fortemente penalizzate da dazi doganali quando venivano importate in Francia.
Nel 1758 dunque Jacques Chambrette decise di acquistare uno stabilimento a Saint Clément, villaggio situato a 7 km da Luneville, ma in territorio francese, in questo modo egli poteva esportare le ceramiche prodotte a Luneville dichiarando che erano prodotte a Saint Clément ed evitando così i dazi. Purtroppo egli non riuscì ad approfittare per lungo tempo di questo vantaggio perché morì nel 1758, lo stesso anno in cui aveva ottenuto i permessi per impiantare lo stabilimento a Saint Clément.
Alla morte del fondatore le due fabbriche furono divise, Richard Mique acquistò nel 1763 la parte di Saint-Clément.
La storia delle due manifatture si separa, tuttavia esse saranno destinate a ricongiungersi: nel 1892 Saint Clément verrà assorbita da Luneville (Keller & Guerin).
Dopo la morte di Jacques Chambrette la vedova aiutata dai figli e dal genero portò avanti la gestione della manifattura di Luneville, ma purtroppo gli affari andarono male, la manifattura fallì nel 1785 e nel 1786 venne messa in vendita con un’asta giudiziaria.
Nel 1786 Sébastien Keller acquistò Luneville dalla famiglia Chambrette, per i successivi 137 anni, la famiglia Keller controllò l’azienda. Intorno al 1832, il figlio di Sébastien Keller si associò con il cognato Guérin per dare alla luce il marchio K&G (o KG) dai nomi Keller e Guérin.
Nel 1921 dopo la crisi provocata dalla Prima guerra mondiale e la morte a soli 38 anni di Charles Guerin, la manifattura venne messa in vendita. Si presentarono molti compratori, Sarreguemines, Choisy Le Roi e Charles Fenal, della manifattura Badonviller. Vennero pubblicate notizie false secondo le quali la manifattura era stata aggiudicata da quella di Sarreguemines; ciò urtò moltissimo la famiglia Keller- Guerin e durante una partita di caccia in cui i dirigenti della manifattura incontrarono Edouard Fenal vennero decise le sorti della manifattura: la famiglia Keller- Guerin cedette il 51% delle azioni a Edouard Fenal, proprietario di Badonviller.
Nel 1923 Fenal acquistò anche le rimanenti azioni.
Il marchio K&G, simbolo di una grande tradizione e di un passato glorioso, venne anch’esso ceduto a Badonviller per poter essere sfruttato commercialmente.
La produzione di Luneville e le tecniche
Le tecniche di decorazione “a gran fuoco”, “a piccolo fuoco” e “reverbere” furono quelle più tipicamente usate dalla manifattura dal XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo.
Con la tecnica a gran fuoco il decoro veniva dipinto a mano sul pezzo ancora poroso; questa tecnica non permetteva ritocchi successivi, i pezzi avevano un aspetto più rustico ed erano destinati ad una clientela più vasta e meno abbiente.
Con la tecnica a piccolo fuoco si potevano dipingere più particolari; i decori in genere sono contornati da una sottile riga nera, venivano realizzati disegni più accurati e raffinati.
La tecnica Reverbere (riverbero) è tra la più significative utilizzate da Luneville, la sua origine è da ricercarsi a Meissen, nell’ambito della produzione delle porcellane.
La denominazione reverbere viene dal metodo di cottura necessario ad ottenerlo: le ceramiche da cuocere vengono piazzate in un forno a riverbero e scaldate indirettamente. Luneville e Saint Clement cominciano ad usare questo metodo dal 1750, i decori più caratteristici di questo periodo sono i bouquet di fiori e le scene con i cinesi.
Seguendo l’esempio della manifattura di Pont aux Choux, Chambrette iniziò a sua volta a produrre la faience fine, impasto duro, in pasta bianca di argilla fine, molto plastico che necessitava di una copertura piombifera trasparente per essere impermeabilizzato.
Anche le cosiddette Terre de pipe e Cailloutages furono prodotte in questo periodo, prendendo ispirazione dalle produzioni inglesi. Questo tipo di ceramiche molto leggere prendono il nome dal tipo di argilla bianca che le compone: per le terre de pipe veniva aggiunta della calce, mentre per le cailloutages si trattava di una miscela di terre e di silice tritato e calcinato. Questi impasti sono stati i precursori della ceramica industriale terre de fer.
Ogni manifattura aveva comunque le sue ricette particolari per la composizione degli impasti.
Le ceramiche Luneville, la porcellana opaca e la tecnica del transfer
Molto curiosamente la manifattura di Luneville arrivò tardivamente alla produzione porcellana opaca ed alla tecnica del transfer. Ciò è probabilmente dovuto al successo che continuavano ad ottenere le produzioni più tradizionali che avevano la loro clientela molto fidelizzata.
Durante la prima metà del 1800 Luneville approfittò della sparizione di molte manifatture tradizionali occupandone la nicchia di mercato ed accontentando la clientela che ancora richiedeva il vecchio stile settecentesco.
La porcellana opaca era una faience resa più dura e resistente grazie all’aggiunta di caolino ed alla finitura con vernice a base di borace. La porcellana opaca finisce quindi per rimpiazzare le versioni precedenti: terre de pipe e cailloutage. Contemporaneamente, comunque, la manifattura mantiene la produzione delle ceramiche stannifere decorate a gran fuoco, piccolo fuoco e Reverbere.
La tecnica di decoro transfer a decalcomania comincerà ad essere utilizzata a Luneville solo intorno al 1890, la denominazione “terre de fer” è dovuta all’introduzione nell’impasto di una dose maggiore di piombo, che lo rendeva più resistente.
Per quanto riguarda i decori transfer la manifattura raramente utilizzava dei nominativi scritti sotto i pezzi, come invece accadeva per altre manifatture, l’apposizione di una marca nominativa divenne invece più frequente nel ‘900.
I decori transfer erano un vero libro aperto sui gusti e le mode nella società dell’epoca e seguivano i gusti del pubblico. L’eclettismo tipico della seconda metà del 1800 era onnipresente in tutte le arti decorative: uccellini sui rami, volute e cartouches in stile rococò, allusioni all’impero e poi l’ispirazione all’oriente e allo stile giapponesizzante, si declinano in moltissime versioni monocrome e policrome.
Molto interessante da notare è che la manifattura di Luneville ha spesso creato pezzi di ceramiche pubblicitarie, ad esempio moltissimi vasi per conserve e confetture per varie industrie alimentari come la Felix Potin; oppure ceramiche tipo piatti e tazze che venivano appositamente create come premi di fidelizzazione della clientela, ad esempio per il grande magazzino parigino “A la Samaritaine” o per il giornale “Les annales Politiques” che offriva, ai clienti che si abbonavano, pezzi del celebre servizio col decoro Art Nouveau con vischio disegnato dal famoso artista Edmond Lachenal.
La manifattura Luneville e l’Art Nouveau
La manifattura collaborò con molti artisti famosi (ad esempio Lachenal, Bùssiere, Majorelle, per citarne solo alcuni) che crearono pezzi splendidi utilizzando svariate tecniche molto sofisticate come la fiammatura, ai massimi livelli di espressione dell’Art Nouveau.
Verso il 1890 fu introdotta anche la tecnica decorativa con aerografo o vaporizzatore, dal nome della pistola utilizzata per proiettare il colore sul pezzo da decorare.
L’oggetto da decorare veniva coperto con stampi metallici tipo stencil che lasciavano scoperta solo la parte su cui doveva stendersi il colore. Il decoratore ripeteva l’operazione con diversi stencil applicati in successione.
Questa tecnica permetteva una lavorazione industriale piuttosto rapida e quindi si impose ben presto nelle varie manifatture.
A volte è stata criticata per una supposta maggiore povertà decorativa dovuta alla stilizzazione dei disegni necessaria per poterla applicare; tuttavia, essa si sposò magnificamente con le linee curve dell’Art Nouveau prima e più ancora con lo stile Art Decò a partire dal 1920.
Il fatto che Luneville abbia adottato così precocemente questa nuova tecnica decorativa ci fa capire quali sforzi abbiano compiuto i signori Keller e Guerin per mantenere la loro produzione ad un alto ritmo industriale salvaguardandone allo stesso tempo la qualità.