Storia della manifattura Vieillard Bordeaux
La storia della manifattura di ceramica Vieillard Bordeaux si sviluppa in un arco temporale piuttosto breve, di circa 100 anni, concludendosi nel 1895.
La produzione fu sempre di qualità molto elevata: ciò la rese vulnerabile alla concorrenza per i prezzi elevati, determinandone la fine precoce.
L’alta qualità e la raffinatezza delle forme e dei decori, ispirati alla migliore tradizione inglese, rendono le ceramiche Vieillard Bordeaux tre le più interessanti nel panorama delle produzioni francesi dell’800.
Prima figura di rilievo della manifattura Vieillard Bordeaux – Pierre Honoré Boudon De Saint-Amans
Per comprendere la storia della manifattura di Vieillard bordeaux bisogna per prima cosa parlare di una figura molto importante: Pierre Honoré Boudon De Saint-Amans.
Nato nel 1774 al castello di Saint-Amans, a pochi km da Agen, si arruolò molto giovane nella marina reale. Nel 1799 prese parte ad una spedizione contro l’Inghilterra durante la quale fu fatto prigioniero. Durante il suo soggiorno in Inghilterra si sposò con Mary-Ann Beach e tornò in Francia nel 1804.
Fu un uomo caratterizzato da grandissima curiosità, ma non superficiale. Accumulò brevetti dai quali attinse le tecniche di fabbricazione della ceramica fine alla maniera inglese. Per un periodo viaggiò, molto frequentemente oltre Manica.
La collaborazione con la manifattura Sèvres
Dal 1812 cominciò a collaborare con la manifattura di Sèvres, apportando dall’Inghilterra anche una collezione di modelli scelti.
La collaborazione con la manifattura Creil – Montereau
Nel 1822 il proprietario di Creil – Montereau, A. Saint-Cricq, gli propose di venire a lavorare a Creil. Nello stesso anno egli ottenne un permesso di importazione valido 15 anni per importare apparecchiature idonee alla preparazione delle materie necessarie a fabbricare manufatti in ceramica, gres e porcellana alla maniera inglese, utilizzando materiali estratti sul territorio francese.
Nel 1824 ottenne anche un brevetto per le tecniche di stampa.
La collaborazione con la manifattura Choisy Le Roi
Nonostante ciò, nel 1825 un disaccordo causò la rescissione del contratto con A. Saint-Cricq. Ciò portò Boudon de Saint-Amans ad accordarsi con i direttori della manifattura Choisy Le Roi, V. Paillart e H. Hautin.
Nel 1827 vinse la medaglia di bronzo all’esposizione dei prodotti dell’Industria, non riuscì ad ottenere la medaglia d’oro solo perché alle spalle non aveva una vera e propria manifattura. Ai suoi pezzi fu riconosciuta una resistenza ed una qualità pari solo a quelli di provenienza inglese. Tuttavia egli non riusciva a lavorare in modo continuativo con le grandi manifatture. A. Saint-Cricq (Creil) arrivò al punto di presentare alcuni pezzi prodotti da Boudon Saint-Amans come usciti dai forni di Creil. Il processo che ne conseguì si concluse a favore di Boudon de Saint-Amans e Saint-Cricq fu costretto a rendere il brevetto al suo proprietario.
Tutti si rivolgevano a Boudon de Saint-Amans per approfittare delle sue grandi competenze! Egli trattò anche con la manifattura di Montereau, ma ancora una volta la cosa si risolse con un processo.
Nel 1829 egli venne contattato da Jean Francois Rateau, di Bordeaux, il quale voleva creare una manifattura di ceramica con il socio Pierre-Louis Lahens, nel 1831, dopo una violenta discussione, egli decise di tornare nelle sue terre.
La collaborazione con la manifattura Lahens et Rateau
La vita della manifattura Lahens et Rateau a Bordeaux fu molto breve, dal 1829 al 1832, essa non poté continuare ad esistere senza la presenza di Boudon de Saint-Amans. Egli arrivò a Bordeaux nel 1830, il suo primo compito fu quello di cercare un’argilla adatta, la trovò nella palude di Bacalan, in un’area di proprietà di Rateau. Fu immediatamente costruito un forno e le prime prove furono soddisfacenti, l’impasto era di un bel colore bianco e i primi prodotti furono venduti bene.
La produzione aveva lo stile di Boudon de Saint Amans, a sua volta fortemente influenzato dalle produzioni inglesi, in questo periodo la manifattura produceva essenzialmente modelli con decori in rilievo ottenuti da stampi o da applicazione, a volte arricchiti da motivi dipinti a mano, la procedura di decoro a stampa non veniva utilizzata. I prezzi tuttavia erano molto elevati, troppo elevati.
La rottura con Boudon de Saint-Amans provocò la chiusura della manifattura nel 1832.
Seconda figura di rilievo della manifattura Vieillard Bordeaux – David Johnston
A questo punto entra in gioco una seconda importante figura per la storia della ceramica a Bordeaux: David Johnston.
David Johnston nacque nel 1789, figlio di uno scudiero irlandese che si era stabilito a Bordeaux, diventò un notabile della città e ne fu sindaco dal 1838 al 1842.
Nel 1829 David Johnston ereditò dal padre una fortuna che purtroppo perse in gran parte con l’avventura della fabbricazione di ceramica.
Nel 1834 decise di impiantare una manifattura, per fare ciò acquisì un vecchio stabilimento, “Les moulins de Chartons” sui moli di Bacalan. Per metterlo in opera si avvalse della collaborazione di Boudon de Saint-Amans, il quale ancora una volta sorvegliò la corretta costruzione dei forni, scelse la giusta qualità di argilla, rendendo in breve questa seconda fabbrica di Bordeaux una manifattura di gran nome.
Dopo due anni di collaborazione perfetta (1835-1837) e di grande successo Boudon de Saint-Amans decise però di ritirarsi, senza apparenti ragioni di dissenso, tornando alle sue terre natali.
I decori col metodo della litografia
All’esposizione dei prodotti dell’Industria del 1837 la manifattura David Johnston si guadagnò una medaglia d’argento.
Tutti i decori erano stampati in modo molto accurato, utilizzando il metodo della litografia che permetteva grande precisione.
Sfortunatamente però la manifattura aveva difficoltà a reggere la concorrenza con le altre grandi manifatture francesi, già impiantate dall’inizio del secolo.
La Società D. Johnston et C.ie con Jules Vieillard
La manifattura di David Johnston fu quindi costretta in seguito a problemi finanziari a cercare dei soci, venne quindi creata la società D. Johnston et C.ie con Jules Vieillard, il quale aveva il doppio ruolo di direttore tecnico e commerciale.
Tra il 1841 ed il 1844 la produzione divenne imponente, quasi due milioni di pezzi uscirono dai forni della manifattura, la quale vinse diverse medaglie e riconoscimenti.
La gestione della manifattura di Jules Vieillard
Tuttavia il canto del cigno era iniziato: non avendo avuto figli David Johnston decise di firmare il passaggio della società a Jules Vieillard, nel 1845.
Durante la gestione di Jules Vieillard e dal 1869, anno della sua morte, dei suoi due figli, la manifattura si distinse per l’alta qualità dei manufatti e fu riconosciuta come una delle più importanti manifatture di ceramica in Francia.
La manifattura smise di importare materiali dall’Inghilterra e utilizzò tutte materie prime estratte in Francia, nonostante l’handicap del ritardo iniziale arrivò quindi a risultati molto importanti.
Nel 1895 la manifattura cessò di esistere, in seguito alla morte dei due figli di Jules Vieillard.
Gran parte della produzione della ceramica di Bordeaux, a partire da quella di Boudon de Saint-Amans, Lahens et Rateu, David Johnston e Jules Vieillard fu caratterizzata da una fortissima influenza dello stile inglese.
I rilievi ottenuti tramite stampi e i decori applicati furono ampiamente trattati, come ad es. i motivi di fiorellini in rilievo (rosettes) e grani di riso, ornavano servizi da thè, piatti, vasi, ecc.
Tra i decori stampati (transfer) anche qui si trovano forti influenze inglesi, da ricordare il decoro “Turc”, che ebbe grande successo.
Il decoro “au panier fleuri”, i paesaggi italiani, i decori “tapisserie”, che furono sviluppati in ben 5 o 6 diverse varianti.
Questi sono i decori più antichi, che furono introdotti da David Johnston e poi portati avanti da Jules Vieillard.
Le innovazioni di Jules Vieillard
Quando nel 1845 Jules Vieillard prese in mano la manifattura introdusse diverse innovazioni, dal punto di vista tecnologico. La più importante fu la cottura nei forni a carbone ed in secondo luogo la diversificazione dei prodotti: porcellana opaca (terre de fer), gres, porcellana tenera, terre de pipe, ecc.
Dal punto di vista stilistico, come ho già scritto sopra, egli continuò a produrre i decori di maggior successo introdotti da David Johnston, aggiungendo però altri decori in linea con i gusti eclettici dell’epoca. Ad esempio, in stile neo Luigi XV (es. Neptune, Trianon…) e neo Rinascimento, il decoro con volubilis, ispirato al decoro Flora creato da Creil Montereau.
I piatti “parlanti” della manifattura Vieillard
Molto popolari furono poi i piatti parlanti, sempre da dessert, con scene di genere vario, proverbi, serie dedicate a personaggi (es grandi uomini, grandi scrittori, grandi artisti…) ad eventi politici, operette musicali (es. Madame Angot) a monumenti (es. Les Chateaux du Médoc), soggetti militari, soggetti religiosi (es. storie della Bibbia).
Molto belli anche i piatti con i rebus.
Tutti questi piatti sono sempre caratterizzati da stupendi bordi, a volte floreali a volte con motivi tipo tessuto scozzese.
Questo tipo di piatti detti “parlanti” furono prodotti da tutte le grandi manifatture francesi.
La manifattura J. Vieillard vi arrivò più tardi, ma questo non compromise la varietà e la bellezza dei soggetti.
Questo genere di piatti veniva usato per desserts o colazioni leggere, avevano lo scopo di ravvivare la conversazione tra i commensali creando motivo di interesse e di svago, ad esempio risolvere i rebus, vedere come andava a finire una storia militare o sentimentale.
A volte i commensali volevano scambiarsi tra loro i piatti, era un momento di divertimento quando alla fine del pasto venivano portati in tavola questi piatti particolari.
Si trattava sempre di serie di 12 piatti, tutti diversi tra loro.
La moda del Giapponismo per Vieillard
Molto importante e sentita fu poi la moda del giapponismo, che non si limitò a seguire le diverse tematiche dell’arte dell’estremo oriente, ma seppe soprattutto interpretare in modo veramente magistrale le linee pure e la spazialità aperta tipica dell’arte giapponese.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!